INFORMAZIONI GENERALI - SCYLE E LA SUA ARCHEOLOGIA -
EMERGENZE ARCHEOLOGICHE IN SINTESI
- L'AMBIENTE

ARCHEOCLUB DELL'AREA ELLENOFONA

"Il paesaggio e l'ambiente sono un patrimonio collettivo che ci appartiene, una risorsa che abbiamo ricevuto in eredità e i cui valori abbiamo il dovere di salvaguardare e trasmettere all'umanità futura"

Conoscere per saper difendere l'ambiente in cui si vive
Sapere riconoscere, rispettare, conservare integri per le future generazioni i valori dei luoghi in cui vivranno.
Concepire l'ambiente come risorsa con conseguenti vantaggi per lo sviluppo.

Perdere la caratteristica dei luoghi significa perdere l'identità culturale degli abitanti che rischiano così di divenire cittadini senza radici e quindi senza valori e senza memoria.

Il valore storico e tradizionale.
Deriva dalle tracce, lasciate da generazioni di persone, che formano l'identità culturale della comunità.

Il valore culturale.
Deriva da elementi naturali e antropici:
o la bellezza ,
o la capacità di provocare sensazioni,
o gli elementi archeologici,
o gli elementi architettonici e artistici opera dell'uomo,

Il valore morale.
Conoscere i luoghi della memoria, ritornare alle origini della nostra storia significa conoscere la qualità degli esseri umani che da quella storia provengono.
Il paesaggio possiede valori naturali, storici e morali; rappresenta la cultura di un popolo.
La bellezza dell'ambiente influenza la qualità della vita: attrae ed è l'immagine più diretta dell'uomo.top


L'AMBIENTE
L'ambiente è costituito da elementi naturali e da elementi antropici (determinati dall'azione dell'uomo).
Gli elementi naturali sono:
o l'aria, l'atmosfera, le condizioni climatiche;
o l'acqua che forma i mari, i laghi, i fiumi, i torrenti;
o la vegetazione: prati, boschi, macchie, foreste;
o il suolo e il sottosuolo di diversa composizione: roccia, terra, ghiaia, minerali.
Sono riconoscibili nell'ambiente diversi elementi antropici: da sempre l'uomo con i suoi interventi ha modificato l'immagine originaria dei luoghi,
Gli elementi antropici sono:
o le colture, le opere di rimboscamento e di disboscamento;
o le opere di arginatura, di irrigazione , di bonifica.
o poi consideriamo che esistono costruzioni di ogni tipo, infrastrutture di collegamento (strade, ponti, ferrovie, porti, aeroporti…) e le grandi infrastrutture per la produzione e il trasporto di prodotti e di e risorse energetiche,
o Costruzioni e centri abitati di ogni tipo,
Si parla di paesaggio antropizzato.
Tutti gli elementi naturali e antropici determinano il valore del paesaggio.top


EMERGENZE ARCHEOLOGICHE IN SINTESI

Nella vallata della fiumara San Pasquale, ambiente suggestivo e poco noto, all'interno di un'area che ha risentito della presenza bizantina conservando fino a oggi una lingua greca e tradizioni particolari, hanno trovato insediamento comunità di varia origine proveniente dall'oriente mediterraneo, dalla Grecia e da Roma. In età romana imperiale venne attraversata dalla strada litoranea che da Regium /Reggio) proseguiva verso Scolacium/Squillace e oltre. Le stratificazioni culturali che si sono succedute fanno scoprire nel tempo:
- tracce della civiltà pregreca;
- resti archeologici della civiltà greco-romana;
- resti di età tardo romana e altomedievale, come l'importante sinagoga del IV secolo di cui si è parlato in precedenza;
- resti di età bizantina come la piccola chiesa della Panaghia, a pianta rettangolare absidata, realizzata su strutture tardo antiche preesistenti;
- un significativo edificio termale le cui tracce sono venute alla luce nel '60 in occasione della costruzione del villino Nesci nei pressi della foce dell'omonima fiumara;
- un nucleo. probabilmente presente in contrada Pagliapoli, dove sono state scoperte delle tombe nel 1958 nei pressi del vallone omonimo che sbocca nella fiumara.
Non mancano ritrovamenti nel restante territorio comunale:
- in località Mazza, reperti ceramici testimoniano di un insediamento che si fa risalire alla fine del VI sec. a. C. ;
- nello spartiacque tra la fiumara di Palizzi e quella di San Pasquale rinvenimenti di ceramica in vernice nera fanno pensare ad insediamenti dello stesso periodo;
- In contrada Amigdalà, nei pressi della vallata del Siderone, si registra il ritrovamento di una pietra miliare e di recente altri ritrovamenti hanno determinato il blocco cautelativo di opere edificatorie;
- ritrovamenti in località Umbro, testimoniano di presenze antropiche fin dal neolitico (6000 a.C.); un'èquipe proveniente da una università inglese ha svolto indagini accurate.
(Da considerazioni della dott.ssa Andronico in occasione della cerimonia di chiusura dell'anno accademico dell'UTE-TEL-B il 3 giugno 2000) top

Scyle e la sua archeologia.
Se pur non valorizzato, il comune di Bova M. è un territorio immerso nelle meraviglie naturali che si completano poi con i vari resti delle civiltà che precedentemente si sono susseguite. A partire da San Pasquale, Umbro, Amigdalà e Panaghia, infatti, si possono ritrovare zone archeologiche che richiamano un'affascinante realtà storica del passato.
Secondo la "tavola peutigeriana", che rappresenta il mondo conosciuto nel IV secolo a.C., Bova Marina, o precisamente la zona degli scavi di San Pasquale, corrisponde all'antica "Scyle", termine di origine semitica che ricorre in prossimità di promontori sul mare.
Ciò è rafforzato dal fatto che oggi, nella frazione San Pasquale c'è ancora una zona chiamata "Scyllaca".
L'area di San Pasquale rivestiva un ruolo importante nella società di allora, in quanto situata su un pecorso importante e quindi favorevole ad uno sviluppo economico.
La fiumara di San Pasquale, visibile chiaramente nella tavola, doveva essere al suo interno trafficata dalle imbarcazioni che dalla costa proseguivano verso città come Atene, Venezia e verso la Spagna Meridionale. L'economia era legata alla produzione abbondante del vino e dei recipienti utili per il suo trasporto: era consuetudine nell'impero romano distribuire vino gratis.
Ciò giustifica i numerosi ritrovamenti di fornaci impiegate nella produzione dimattoni e, in particolare, di anfore che servivano a trasportare il vino da Scyle a Roma, ecc..
In tutta la località, molto interessata da insediamenti antichi, si ritrovano reperti romani e greci del IV e V secolo, e in prevalenza, resti di fondazioni di case.
Dalla pianta dei ruderi presenti nell'area di San Pasquale, possiamo identificare due corpi di fabbrica: il primo è la Sinagoga, monastero a metà strada fra scuola e chiesa.
Ciò indica che oltre alla comunità cristiana, era presente a Scyle anche quella ebraica.
In essa si possono ritrovare due fasi edilizie: la prima con tre vani pressappoco uguali interpretati come casa del Rabbino (sacerdote) o come scuola o come aula utilizzata per le lezioni di catechismo. Dei tre solo uno è costruito a mattoni sesquipedali, gli altri in terra battuta.
La seconda, invece, riguarda aule per la preghiera collegate fra loro.
Il secondo corpo di fabbrica è di un'età più tarda. Sono stati ritrovati locali di abitazione con scale e quindi piano terra e primo piano.
Vicino ad esso un cimitero che si collocava a distanza dagli ambienti abitati.
Per quanto riguarda la Sinagoga ebraica, possiamo stabilire che la fantasia del pavimento è stata ricavata da un disegno preesistente e adattato, in seguito, alle dimensioni dell'ambiente: la stanza racchiudeva 16 riquadri, l'ultima fila dei quali a metà, contenenti corone di alloro di forma circolare con crocette, nodi di Salomone e altri segni tipici del culto ebraico:il cedro, il corno e la palma . Al centro della stanza era raffigurato un candelabro con sette bracci. Si è ritrovato un lampadario alimentato ad olio, con vetro sottile e stoppini fermati da sostegni di piombo. La finestra era verso oriente perché secondo gli ebraici, l'unica vera chiesa era quella di Gerusalemme. La fattura del mosaico è molto valida, probabilmente eseguita da maestranze arabe che appartenevano alle migliori scuole. Per quanto riguarda l'economia, una moneta ritrovata raffigurava il volto dell'Imperatore, probabilmente Costante, uno dei figli di Costantino. top